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La varietà rossa tradizionale proviene dalla regione in cui un tempo si vinificava il Falerno per i banchetti romani: incipit storico che invita alla speculazione. «Aglianico» deriva da «hellanico», cioè ellenico? In effetti, i greci hanno portato la viticoltura in Puglia. O l’Aglianico sarebbe addirittura un discendente del Falerno? Assolutamente no. L’ingegneria genetica ha confutato un’ipotesi dopo l’altra e nega qualsiasi parentela con i vitigni greci moderni.
Dimostrando inoltre che il Falerno non è un vitigno, ma semplicemente un vino. La prima menzione dell’Aglianico risale al XVI secolo, quando Napoli e i suoi territori appartenevano alla Spagna. Pertanto, il nome deriva probabilmente dallo spagnolo «llano», che significa piatto o piano, ed è evidente che l’Aglianico è semplicemente un antico vitigno dell’Italia meridionale, dove continua a essere apprezzato.
E a ben vedere: ha un sapore di prugne e cioccolato, emana la luce del terreno vulcanico, è scuro, robusto e baciato da intensi tannini che ne aiutano la conservazione.