Regali aziendali 2024/2025
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Nel bel mezzo della provincia spagnola di Valladolid, a circa 180 chilometri dal confine con il Portogallo, nel 1995 il danese Peter Sisseck produce i primi vini nella sua Bodega appena fondata. Nella Ribera del Duero, l’ingegnere agricolo riesce a coltivare uve di eccezionale qualità, cavalcando anche il trend dei «vini da garage» degli anni ‘90.
Sulle rive del Duero Peter Sisseck è riuscito, con il suo portabandiera «Pingus», a portare il primo vitigno spagnolo nella classifica dei migliori 100 vini al mondo: non ha bisogno di ulteriori commenti il punteggio di 98/100 punti Wine Advocate. È stata una bizza del destino a portare finalmente la meritata attenzione internazionale alla tenuta e, in particolare, al Pingus: la nave che trasportava oltremare le bottiglie della prima annata affondò portando con sé il vino che oggi, grazie a quell’evento, si annovera tra le bottiglie più ambite in Spagna.
Il Pingus deve il suo connubio unico, complesso e concentrato di aromi e colori alle sue radici che si spingono in profondità nel terreno dei vigneti coltivati con tecniche biodinamiche. Il tipo di fermentazione e la scelta di non utilizzare rovere nuovo imprimono nel Pingus note floreali, aromi di spezie esotiche e uno straordinario potenziale d’invecchiamento.
Il Flor de Pingus, a lungo messo in ombra dall’originale, oggi convince gli estimatori per la sua complessità e raffinatezza nonché per una combinazione di frutti rossi con le note calde della maturazione in botte. Infine, la terza stella della costellazione di Dominio de Pingus è il suo PSI, che con l’interazione fra Tempranillo, Garnacha e l’affinamento in botti francesi si fa notare per la struttura vellutata.
* Il termine individua colture esemplari da tenute vinicole minuscole. Si distinguono per una resa all’ettaro estremamente ridotta, massima maturazione e colture fortemente concentrate.